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Catetere venoso centrale

Il catetere venoso centrale (CVC) è un tubicino di materiale biocompatibile che permette l’infusione intermittente o continua di farmaci, terapie nutrizionali eccetera e l’accesso al sistema venoso
Cos’è una catetere venoso centrale

Cetetere venoso
centrale

Un catetere venoso centrale (CVC) detto anche dispositivo per l’acceso venoso centrale, è un device medico che permette di accedere ai vasi sanguigni venosi di calibro maggiore. A seconda del tempo di permanenza in sede del catetere si distinguono CVC a breve, medio e lungo termine: un CVC a breve termine dura circa 3 settimane, uno a medio termine circa 3 mesi e uno a lungo termine rimane in sede più di 3 mesi.



Com’è fatto un Catetere Venoso Centrale e a cosa serve

Com’è fatto?

Il CVC, la cui punta raggiunge il terzo inferiore della vena cava superiore in prossimità della giunzione cavo-atriale, serve a somministrare in modo continuo farmaci, emoderivati, liquidi o nutrizione e di solito viene utilizzato in ambiente ospedaliero.

Alcuni CVC possono essere utilizzati anche per la terapia dialitica o emodiafiltrazione veno-venosa (es. CVC di Tesio). Un’altra funzione è quella del monitoraggio emodinamico del paziente attraverso la misurazione della pressione venosa centrale, oppure attraverso gli indici derivati dall’utilizzo del sistema PICCO (Puls Contour Continuos Cariac Output). In caso di emergenza i CVC si possono utilizzare anche per prelevare campioni ematici.

Rispetto al catetere venoso periferico il CVC garantisce un accesso stabile e sicuro, attraverso cui è possibile somministrare ampi volumi di soluzioni o farmaci che richiedono un elevato flusso o soluzioni con osmolarità troppo elevata per la somministrazione periferica.


Come si svolge il posizionamento di un Catetere venoso centrale?

Posizionamento

Il paziente, dopo aver firmato il consenso informato, è fatto accomodare sul lettino della sala angiografica. Il Radiologo Interventista studia la vena di interesse con l’ecografo e procede all’anestesia locale. Successivamente, sempre sotto guida ecografica, la vena è raggiunta con un ago-cannula, all’interno del quale si posiziona un sottile filo metallico che servirà da guida per far scorrere il catetere. In totale la procedura dura circa 15 minuti e non è dolorosa.



Quali sono i pro e i contro del posizionamento del Catetere venoso centrale?

Pro Contro

I pro di questo trattamento riguardano la possibilità di provvedere alla somministrazione di farmaci, liquidi o medicinali in pazienti che ne presentino necessità (pazienti che ad esempio necessitino della somministrazione di farmaci per lunghi periodi di tempo, o che abbiano bisogno di terapie nutrizionali parenterali).

Le principali complicanze associate all’inserimento del catetere sono le infezioni – il catetere fornisce un accesso diretto a microbi che dall’ambiente esterno possono entrare nel circolo venoso e, quindi, nell’organismo – e le occlusioni, dovute al formarsi eventuale di precipitati di farmaci o di coaguli all’interno del catetere. Quando il catetere è inserito nelle vena succlavia si può, in rarissimi casi, andare incontro a complicanze che interessano il polmone, in particolare al collasso (pneumotorace). Infine, se il catetere non è posizionato correttamente si possono verificare complicanze di tipo meccanico come la pinzatura o lo schiacciamento di un tratto del catetere o la rottura del catetere stesso.



Il Catetere venoso centrale è doloroso o pericoloso?

È doloroso?

Il posizionamento del catetere venoso centrale è effettuato in anestesia locale e non è considerata una procedura dolorosa.





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