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Ernia del disco

La degenerazione del disco intervertebrale e la sua conseguente dislocazione all’interno del canale rachideo o dei forami di coniugazione è causa dell’ernia discale.
Ernia del disco lombare

Cos’e l’ernia del disco

Tra una vertebra e l’altra sono inseriti dei cuscinetti ammortizzanti, denominati dischi intervertebrali. II disco è costituito da due parti:
II nucleo polposo

che e la parte centrale gelatinosa


L’anulus

che e la capsula fibrosa che avvolge ii nucleo.


L’ernia del disco si forma quando un frammento del nu¬cleo fuoriesce attraverso una lacerazione dell’anulus e si disloca all’interno del canale spinale, comprimendo le strutture nervose. La sede di gran lunga piu frequente delle ernie discali e nel tratto lombare della colonna; piu spesso in corrispondenza degIi spazi L4-L5 e L5-S1. L’ernia comprime, nel canale lombare, una radice ner¬vosa (talora, di più di una), causandone l’irritazione. La compressione della radice, associata alla liberazione locale di sostanze infiammatorie , è ciò che determina il dolore

L’ernia del disco lombare è una patologia molto fre¬quente, anche se non è possibile indicarne la reale fre¬quenza per i diversi metodi di inquadramento e di rac¬colta dei dati riportati. La massima incidenza si ha tra i 30 e i 50 anni di età. I maschi sono colpiti piu spesso delle femmine. E’ verosimile che la prevalenza life-time (cioè il numero di persone, su tutta la popolazione, che ne sono colpite almeno una volta nella vita) sia tra 1′ 1 e il 3%. Va precisato che parliamo dell’ernia del disco sintoma¬tica, cioe responsabile di una sintomatologia dolorosa (vedi piu avanti). E infatti possibile che un’ernia o una discopatia siano asintomatiche

L’ernia del disco lombare e una patologia molto fre­ quente, anche se non e possibile indicarne la reale fre­ quenza per i diversi metodi di inquadramento e di rac­ colta dei dati riportati. La massima incidenza si ha tra i 30 e i 50 anni di eta. I maschi sono colpiti piu spesso delle femmine. E verosimile che la prevalenza life-time (cioe ii numero di persone, su tutta la popolazione, che ne sono colpite almeno una volta nella vita) sia tra 1′ 1 e ii 3%. Va precisato che parliamo dell’ernia del disco sintoma­tica, cioe responsabile di una sintomatologia dolorosa (vedi piu avanti). E infatti possibile che un’ernia o una discopatia siano asintomatiche

Sintomi

I pazienti con patologia discale a sede cervicale, toracica, lombare presentano sintomi variabili in relazione alla sede del disco erniato e in relazione alla radice che viene compressa. I seguenti sono i sintomi più comuni nella patologia degenerativa del disco lombare:

Mal di schiena intermittente o continuo

(puo ‘essere aggravato dal movimento, tosse, starnuti, dall’ortostatismo per lunghi periodi di tempo)


Spasmo dei muscoli della schiena

Sciatica

dolore che inizia a sede lombare o in corrispondenza della natica e viaggia lungo la gamba e al polpaccio fino al piede


Debolezza muscolare nelle gambe

Intorpidimento a carico della gamba e/o del piede

Diminuzione dei riflessi al ginocchio o alla caviglia

Disturbi sfinteriali

(alterazioni delle funzioni vescicale o intestinale)


I sintomi della patologia degenerativa del disco lombare possono simulare altre malattie o problemi di salute. Consultare sempre il proprio medico per una diagnosi. In rari casi, i pazienti con grandi ernie del disco possono presentare debolezza ad un arto o segni di compressione del midollo spinale, come difficoltà di deambulazione, mancanza di coordinazione, o perdita di controllo dell’intestino.



Diagnosi


Visita clinica

La visita clinica e la sintomatologia riferita dal Paziente sono fondamentali per orientare il Medico e sospettare la presenza di un problema discale (ernia o protrusione).


Radiografia

della colonna (cervicale, dorsale e lombare) può evidenziare alterazioni degenerative, restringimenti del canale rachideo, riduzione di ampiezza degli spazi tra i dischi. Se effettuataa dopo un trauma serve per escludere fratture, lussazioni o instabilità.


RM

La Risonanza Magnetica rappresenta la metodica d’imaging di scelta per lo studio del disco intervertebrale e dei sui rapporti con le strutture circostanti.




TAC

del rachide è utile per valutare lesioni ossee, ad esempio fratture e / o dislocazione. Protrusioni discali o ernie del disco possono o non possono essere visibili alla TC, e possono oppure no essere correlate ai sintomi del paziente. La TAC è più utile nel mostrare le strutture ossee, e non è un esame ottimale come la risonanza magnetica nel mostrare il midollo spinale, le radici nervose oppure i dischi. La TAC non mostra danni legamentosi o la rottura minore del disco intervertebrale. Di solito viene eseguita se ci sono controindicazioni alla esecuzione della RM.


Studi elettrodiagnostici

(EMG e velocità di conduzione nervosa) sono di solito utilizzate per valutare la debolezza a carico dei muscoli delle braccia, mani o gambe. Può distinguere se il deficit stenico è dovuto a fenomeni compressive a carico del nervo, alterazioni del nervo stesso oppure a cause secondarie.



Trattamento

Alla prima presentazione si preferisce un atteggiamento conservativo (riposo, fisioterapia, farmaci, altro).

Nei soggetti in cui non è possibile gestire il dolore con i farmaci o con gli altri mezzi conservativi a disposizione, o nei quali siano presenti deficit di tipo neurologico, si palesa la possibilità di sottoporsi ad intervento chirurgico. Tuttavia, per diversi motivi, la chirurgia non sempre è indicata e può non essere risolutiva; inoltre è accompagnata da una piccola percentuale di complicanze e non si esclude la possibilità di recidive.
Tutto ciò ha portato allo sviluppo delle tecniche mini-invasive.

Tra queste rientrano le procedure di Radiologia Interventistica imaging-guidate, che prevedono la “rimozione” percutanea di parte del nucleo polposo mediante l’uso di una vasta gamma di agenti chimici, termici o meccanici, con lo scopo di ridurre la pressione intradiscale e permettere al materiale erniato di ritornare in sede o di “sporgere” meno nel canale vertebrale.

TRATTAMENTI MINI INVASIVI DEL DISCO

Tecniche di decompossione

Tecniche che usano sostanze chimiche

Tecniche che si possono usare con disco fissurato

Tecniche che si usano FR a bassa temperatura

Tecniche con navigazione (punta attiva)

DISKOM

DISCOGEL/OZONO


IDET (Intra-Discal Electrothermal Therapy)

COBLATION 40-70°


LASER

Con queste tecniche possono essere trattate ernie cervicali e lombari.

Come si eseguono?

Sotto guida radiologica, il radiologo interventista posiziona un ago nel contesto del disco intersomatico. La corretta posizione dell’ago può essere verificata fidandosi di precisi punti di repere anatomici e/o iniettando pochi cc di mezzo di contrasto radiopaco (discografia).


L’immagine mostra il posizionamento dell’ago sotto guida radiologica (fluoroscopia)

Approccio schematico dell’ago all’interno del disco intervertebrale per il trattamento di un’ernia cervicale



L’utilizzo di radiofrequenza permette di “coagulare” una parte del nucleo centrale del disco (coblazione).
La decompressione meccanica prevede l’utilizzo di un ago simile ad una “vite senza fine “ in grado di estrarre fisicamente parte della porzione centrale del disco che è causa dell’ernia (discectomia meccanica).


Passaggi intra-procedurali


Un’alternativa di più recente introduzione è l’impiego di una sostanza contenente etanolo gelificato, un derivato della cellulosa e tungsteno che si chiama “Discogel“. Questo viene iniettato nel contesto del disco intervertebrale con una duplice funzione: curare l’ernia facendola regredire e dare spessore al disco, che a causa della patologia degenerativa ha perso il suo regolare spessore. Questo assottigliamento causa la perdita della funzione ammortizzante che il disco svolge, quindi un suo reintegro è di fondamentale importanza.

Discolisi mediante ozonoterapia consiste nell’iniezione di una miscela gassosa di ossigeno ed azoto direttamente nel disco erniato e nella zona circostante della schiena, con lo scopo di stimolare il processo di guarigione. La terapia prevede almeno 5 sedute. Dopo alcune settimane, l’ozono-ossigeno induce la disidratazione del tessuto, eliminando la compressione sulle radici dei nervi ed assicurando sollievo dal dolore, soprattutto in caso di ernia acuta.

Un’altra tecnica che prevede sempre lo stesso tipo di approccio è la nucleoplastica con il laser, che vaporizza l’ernia e blocca la produzione dei mediatori dell’infiammazione.





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