Aneurismi intracranici
Gli aneurismi intracranici si distinguono in vari tipi, a seconda della loro morfologia e del processo patologico che ne è alla base:
– aneurismi sacciformi: (i più frequenti). Sono causati da un difetto congenito di uno dei componenti della parete arteriosa (tonaca media);
– aneurismi fusiformi: dovuti in genere ad aterosclerosi;
– aneurismi infettivi: causati da un’infezione della parete arteriosa sostenuta da germi presenti in circolo (più frequenti nei tossicodipendenti, immunocompromessi, etc)
– aneurismi post-traumatici: conseguenti ad una lesione traumatica dell’arteria.

La posizione più comune per un aneurisma cerebrale è nella rete di vasi sanguigni alla base del cervello, il poligono di Willis.
Solitamente si formano in corrispondenza dei punti di biforcazione o di curvatura delle arterie, dove è maggiore la forza esercitata dalla corrente sanguigna sulla parete del vaso.
Nella maggior parte dei casi, non ci sono sintomi e questo passa inosservato.
A volte, i sintomi possono essere dovuti alla compressione su strutture vicine e la sintomatologia dipende dalla sede in cui questo sta avvenendo.
I segnali di una rottura dell’aneurisma cerebrale spesso compaiono all’improvviso. E sono i seguenti:
- improvviso mal di testa grave, definito “non usuale” dal paziente
- nausea e vomito
- sensibilità alla luce
- perdita di coscienza
- convulsioni.
La rottura di un aneurisma produce un particolare tipo di emorragia intracranica, detta emorragia subaracnoidea, che è un evento molto grave, associata ad una mortalità del 50% ad 1 mese.
Gli aneurismi cerebrali sono spesso un riscontro occasionale, cioè vengono scoperti in corso di esecuzione di esami (TC, RM) prescritti per altri motivi.
L’angio TC e/o la Angio RM vengono prescritte per studiare dettagliatamente anatomia, dimensioni e morfologia.
L’angiografia cerebrale è un esame invasivo che studia nel massimo dettaglio le caratteristiche dell’aneurisma cerebrale.
Viene inserito un catetere attraverso un vaso sanguigno situato nell’inguine o nel braccio; questo catetere viene posizionato nel vaso che porta il sangue al cervello. Viene iniettato in questa arteria il mezzo di contrasto che rende visibile mediante l’utilizzo dei raggi X il decorso delle arterie, le loro diramazioni, le anomalie, e quindi anche gli aneurismi.
Un aneurisma cerebrale con emorragia è molto grave. In molti casi porta alla morte del paziente o alla sua invalidità. Il trattamento include il ricovero in terapia intensiva, per controllare e mantenere le funzioni vitali.
Nel caso in cui l’aneurisma abbia dimensioni inferiori a 6-7 millimetri, allora c’è un pericolo di sanguinamento piuttosto basso. Nel caso in cui, invece, le dimensioni vadano oltre i 7 millimetri, allora è necessario un trattamento.
Il tipo di cura dipende dall’età, dalle dimensioni dell’aneurisma e da eventuali fattori di rischio aggiuntivi.
Poiché il rischio di rottura di un piccolo aneurisma è basso si può decidere di continuare non trattarlo e di controllarlo nel tempo. Il trattamento potrebbe essere indicato se variano le sue dimensioni, la morfologia o altri fattori da valutare caso per caso.
Chiaramente ogni decisione deve essere presa in relazione anche all’età del paziente e ad approfondimenti fatti dallo Specialista.
Il trattamento può essere:
-chirurgico: prevede il posizionamento di una piccola clip metallica intorno alla base dell’aneurisma, per isolarlo dalla normale circolazione sanguigna. Questo diminuisce la pressione sull’aneurisma e ne impedisce la rottura.
Non è un intervento che si può eseguire sempre; dipende dalla posizione dell’aneurisma, dalle sue dimensioni e dalle condizioni generali del paziente.
-endovascolare: l’embolizzazione consiste nel rilascio all’interno dell’aneurisma di filamenti metallici (spirali), con il fine di rallentare il flusso ematico all’interno della sacca aneurismatica e di indurne la trombosi. Le spirali vengono rilasciate attraverso un microcatetere che, dall’arteria femorale, viene progressivamente condotto sotto controllo angiografico (raggi X) sino al vaso cerebrale da cui origina l’aneurisma e li sempre sotto il controllo radiologico possono essere rilasciate.
Talvolta è possibile posizionare degli stent o delle spirali nella sacca aneurismatica e uno stent per garantire il flusso di sangue a valle dell’aneurisma.
Sia il trattamento chirurgico che quello endovasoclare non sono scevri da complicanze, e va valutato caso per caso quale eseguire bilanciando vantaggi e svantaggi.