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Sindrome del Dolore Sacro Iliaco

La sacroileite è una malattia infiammatoria reumatica che interessa l’articolazione sacro-iliaca del bacino di un lato (monolaterale) o di entrambi (bilaterale).
Sindrome del Dolore Sacro Iliaco

Sacroileite

La sacroileite è una malattia infiammatoria reumatica che interessa l’articolazione sacro-iliaca del bacino di un lato (monolaterale) o di entrambi (bilaterale). Può essere acuta con durata di 2 settimane. Può automantenersi nel tempo con recidive ed in tal caso è cronica.

L’articolazione sacroiliaca

Quest’articolazione ammortizza il peso della colonna vertebrale trasmettendolo agli arti inferiori. È un’articolazione a cuneo inserita nel bacino, si articola col sacro e la faccetta articolare dell’osso iliaco. Sono mantenute a stretto contatto dalla capsula articolare, spesso soggetta all’infiammazione.


Cause


Cause non reumatiche

Le cause delle sacroileite sono molteplici e vanno differenziate in:

Meccaniche

Sono conseguenza di traumi o incidenti che hanno interessato le sacro-iliache.


Posturali

Posizioni scorrette della colonna da dolori, da dismetrie degli arti inferiori, dalla gravidanza.


Cause reumatiche

La sacroileite può presentarsi associata a:

Rettocolite ulcerosa

E’ una malattia infiammatoria del retto e del colon che si manifesta con diarrea, spesso con sangue e muco, e dolori addominali crampiformi.


Morbo di Chron

E’ una infiammazione cronica della mucosa gastrica e intestinale accompagnata ad ulcere che evolvono verso il restringimento intestinale (stenosi) o si approfondiscono sono a formare delle fistole. Tali complicanze richiedono spesso un trattamento chirurgico, anche se la malattia può tornare nel punto in cui viene eseguita la resezione chirurgica.


Disbiosi

Disbiosi intestinale con alterazione del microbioma


Infezioni genito-urinarie

Psoriasi






La sacroileite fa parte del gruppo delle Spondiliti Anchilosanti (SA) caratterizzate da:

➡️ infiammazioni a carico dell’apparato muscoloscheletrico, ligamenti (entesi), spalle, anche, ginocchia e sacroiliache
➡️ interessamento infiammatorio sistemico a carico di occhi, cuore e polmoni.


Sintomi

Il dolore è il sintomo principale. E’ profondo, mal delimitabile, si estende alla parte bassa della schiena sino alla coscia senza superare il ginocchio (sciatica mozza). Non va confusa con la sciatica il cui dolore neuropatico si estende sino al piede. Il dolore è spesso notturno, verso le 3 di notte, risveglia il paziente costringendolo ad alzarsi per muoversi un pò con discreto miglioramento. Può essere evocato dal medico con la digitopressione per valutarne il grado d’interessamento.

E’ caratterizzata da:

Nella fase cronica il dolore può essere meno intenso ma compare una riduzione dell’elasticità della colonna lombare con difficoltà alla flessione. La comparsa di stanchezza è legata all’infiammazione e all’anemia spesso presente. In caso di comparsa di zoppia va esclusa una patologia degenerativa o infiammatoria dell’anca.

Dolore articolazione Sacro-iliaca

Dolore spina iliaca postero superiore

Dolore Gluteo

Dolore Inguinale

Impossibilità a sdraiarsi sul lato dolente

Impossibilità a stare a lungo seduto



Diagnosi

Devono essere presenti almeno 4 di questi fattori per la diagnosi:


Età

di esordio inferiore ai 40 anni con dolore lombare o gluteo presente da oltre tre mesi


Dolore prevalentemente notturno

Dolore prevalentemente notturno da svegliare il paziente, spesso presente in regione glutea, e miglioramento col movimento


RMN

Alla risonanza magnetica (RMN), in fase iniziale, presenza di segni sfumati di sacroileite con lieve riassorbimento osseo sino ad aspetti erosivi o di anchilosi ossea.


Gli esami ematici

sono quasi sempre normali, salvo l’antigene di istocompatibilità HLA B27, positivo nel 70 % dei casi.


Miglioramento

del dolore col movimento e aggravamento col riposo o posizione seduta per lungo tempo


Presenza di rigidità mattutina che migliora dopo mezzora

La diagnosi definitiva viene però ottenuta con l’iniezione, sotto controllo in scopia, di una miscela di anestetico ed anti-infiammatorio nella faccetta articolare interessata: se si ha l’immediata scomparsa del dolore la diagnosi è confermata.


Valutare clinicamente

artriti alle mani o ai piedi, tendiniti, entesiti, eseguendo un’ecografia articolare power–Doppler.


Radiologia Interventistica

Trattamenti

Quando la terapia farmacologica non ha portato beneficio, il Radiologo Interventista può effettuare una infiltrazione con steroidi ed anestetico. Se l’effetto è duraturo (>6 mesi), potrebbe anche essere l’unico trattamento necessario, associato o meno a fisioterapia. Se l’effetto dura meno di 6 mesi, è possibile eseguire la denervazione con Radiofrequenza.

Anche questa è una procedura eseguita dal Radiologo Interventista.

Tecnicamente vengono eseguite allo stesso modo, ossia gli aghi vengono posizionati sotto guida radiologica (esistono dei reperi ben precisi che il Radiologo Interventista conosce) e nel primo caso vengono iniettati i farmaci e nel secondo caso viene eseguita la Radiofrequenza. Quest’ultima consiste nel “colpire” i piccoli nervi delle faccette articolari con un ago che conduce energia elettrica a basso voltaggio. L’effetto delle leggere scariche elettriche su questi nervi causa un intorpidimento dell’area nervosa da trattare, con conseguente interruzione della trasmissione del dolore.





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