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Vene Varicose

Le vene varicose sono un disturbo a carico del sistema circolatorio caratterizzato dalla dilatazione delle vene delle gambe, che può determinare da gravi difetti estetici a complicanze maggiori come le flebiti, la trombosi o addirittura ulcere gravi.
Cenni di anatomia

Vene Varicose

Il sistema venoso degli arti inferiori è composto da tre elementi: il sistema venoso profondo, il superficiale e le perforanti che mettono in comunicazione il sistema superficiale col profondo, ma non viceversa.

Negli arti inferiori si riconoscono due grossi distretti venosi superficiali: la vena grande safena (che origina dalla vena femorale) e drena nelle vene profonde gran parte della circolazione superficiale della gamba e della coscia e la piccola safena che drena essenzialmente la regione posteriore della gamba.
Le safene prendono rapporto con i sistemi venosi profondi attraverso le vene perforanti, che sono circa 150.


Cause

Le cause specifiche delle vene varicose sono sconosciute, ma il problema principale è, probabilmente, la debolezza delle pareti delle vene superficiali (situate appena sotto la pelle). Questa debolezza può essere ereditaria e, nel tempo, determina la perdita di elasticità delle vene. Le vene si stirano, aumentando in lunghezza e larghezza. Per adattarsi allo spazio che occupavano quando erano normali, le vene allungate si attorcigliano. Esse appaiono come serpenti rigonfi sotto la cute.

Lo sviluppo di vene varicose è più probabile nelle donne rispetto all’uomo e l’esordio può coincidere con la gravidanza. Inoltre, i seguenti fattori possono contribuire allo sviluppo di vene varicose nei soggetti predisposti:

Posizione eretta prolungata

Obesità

L’avanzare dell’età




La dilatazione delle vene risulta più importante rispetto all’allungamento e determina la separazione delle cuspidi valvolari. Quando il soggetto sta in piedi, il sangue viene spinto in basso dalla forza di gravità e, dato che le cuspidi valvolari sono separate (o distanziate), non viene bloccato. Pertanto, si assiste a un ritorno di sangue, che riempie rapidamente le vene, determinando un’ulteriore dilatazione di vene convolute con pareti già sottili. Anche alcune vene perforanti, che normalmente permettono al sangue di scorrere solo dalle vene superficiali a quelle profonde, tendono a dilatarsi. In tal caso anche le loro cuspidi valvolari si separano. Di conseguenza, quando i muscoli comprimono le vene profonde, il sangue refluisce nelle vene superficiali, causando uno stiramento ulteriore delle vene superficiali.

Molti soggetti affetti da vene varicose presentano anche vene a ragnatela, ovvero capillari dilatati.

Sintomi

Il paziente avverte, soprattutto la sera:

Sensazione di pesantezza alle gambe dopo aver trascorso molto tempo in piedi

Crampi notturni al polpaccio

Formicolii o prurito alle gambe

Dolori lungo il decorso delle vene

Gonfiore alle gambe




Tutti questi disturbi possono portare ad alterazioni della qualità della vita con difficoltà a camminare e salire le scale, disturbi di carattere psicologico come una certa riluttanza a uscire di casa per le conseguenze estetiche della malattia, difficoltà nello svolgere le comuni attività sociali e avere un buon riposo notturno per l’irrequietezza delle gambe.

I primi segni della malattia sono rappresentati dalla comparsa dei capillari e delle vene varicose cioè le vene bluastre, dilatate e tortuose delle gambe. Negli stadi più avanzati compaiono:

Gonfiori alle caviglie e alle gambe

Arrossamento della cute con dermatiti

Alterazioni trofiche della cute che diventa lucida

Eczemi fino alla comparsa delle ulcere venose


Fattori che possono favorire lo sviluppo delle

Vene Varicose


Stipsi

(ostacola il ritorno di sangue venoso verso l’alto)


Obesità

Deficienza della pompa muscolare

Lavoro in ortostatismo

(stazione eretta) o in ambiente caldo (favorisce una dilatazione dei vasi)


Alterazioni congenite delle vene

Età (tra i 30 e 50 anni)

Sesso femminile






Diagnosi

La diagnosi di malattia varicosa viene fatta in genere sulla base del solo esame clinico: il paziente viene posto in piedi e tutto l’arto viene esaminato, sia anteriormente sia posteriormente. Una particolare attenzione deve essere rivolta alla regione del malleolo interno, sede iniziale dell’edema.

La vena varicosa viene palpata per tutta la sua estensione; essa presenta una consistenza elastica differente da quella del tessuto circostante, è facilmente comprimibile ed oppone una minima resistenza.

Molto utilizzate sono anche due seguenti manovre semplicissime:


Prova di Trendelenburg

si pone il paziente in clinostatismo e gli si solleva l’arto svuotando così il circolo venoso superficiale. Gli si pone poi un laccio alla radice della coscia, lo si fa mettere in ortostatismo ed infine si toglie il laccio. Se il reflusso dalla regione inguinale verso le vene inferiori non è significativo, le varicosità inferiori non saranno visibili per almeno 10-20 secondi, allorquando si riempiranno fisiologicamente, dal basso. Se il sangue refluisce dall’alto verso il basso vuol dire che esiste un’incontinenza delle valvole del sistema delle perforanti per cui il sangue refluisce dal circolo profondo al superficiale. Un rapido riempimento delle varicosità dopo la rimozione della compressione venosa indica un flusso retrogrado in corrispondenza della giunzione safeno femorale.



Prova di Perthes

in ortostatismo, si applica ad un paziente con varici un laccio alla radice della coscia e lo si fa camminare. La deambulazione determina la spremitura del sangue del sistema superficiale che viene indirizzato verso il profondo. Se si ha lo svuotamento delle varici, siamo sicuramente di fronte ad un circolo venoso profondo libero, perché il sangue dal circolo superficiale vi defluisce senza problemi.

Per cui ci troviamo di fronte ad
una sindrome varicosa primitiva. Se le varici non si svuotano, ci troviamo di fronte ad un circolo venoso profondo ostruito e ad una sindrome varicosa secondaria ad altre cause.



Trattamenti

Oltre all’intervento chirurgico tradizionale (stripping della safena), eseguita dal chirurgo generale o vascolare, è possibile intervenire mediante tecniche percutanee mini-invasive.

Queste tecniche vengono eseguite in regime di day surgery/ degenza giornaliera in anestesia locale.

Attraverso un piccolo accesso percutaneo viene introdotto un microcatetere che con diverse tecniche (farmacologica, radiofrequenza, laser) determina la chiusura del vaso venoso trattato.

I vantaggi di questo intervento sono: non lascia cicatrici chirurgiche, è ripetibile e possono essere trattati pazienti con gravi comordibità, i quali non sarebbero candidabili all’intervento chirurgico




Che cosa è l’ablazione termica della vena grande e piccola safena con

Radiofrequenza?

E’ un trattamento innovativo e poco invasivo. Con l’aiuto della visualizzazione ecografica s’inserisce, all’interno della vena, la sonda della radiofrequenza, che irradia energia termica fino a determinarne la chiusura della vena per tutta la sua lunghezza. E’ una procedura che si effettua in anestesia locale ed il paziente, dopo il trattamento e dopo aver indossato una calza elastica compressiva, torna a casa e può riprendere rapidamente le normali attività lavorative.




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