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Arterie Viscerali

Le patologie delle arterie viscerali e renali possono essere sia ad evoluzione steno-ostruttiva (insufficienza celiaco-mesenterica, infarto intestinale, etc) che ad evoluzione aneurismatica (aneurismi delle arterie viscerali).

Aneurismi e Pseudoaneurismi
Arterie viscerali

Gli aneurismi e gli pseudo aneurismi viscerali sono definiti quelli a carico di tronco celiaco, delle arterie mesenteriche e delle loro diramazioni. Si tratta di entità relativamente rare.

Le arterie viscerali sono quelle che portano sangue al fegato, al pancreas, alla milza, e all’intestino. Per aneurisma si intende la dilatazione patologica di un vaso (diametro di almeno 1.5 volte il diametro normale), che coinvolge tutti i suoi strati. Per pseudoaneurisma si intende la dilatazione di un vaso contenuta da solo uno strato in seguito a un trauma.

Le arterie più frequentemente coinvolte dagli aneurismi sono quelle per la milza (arteria splenica, 60-70% degli aneurismi viscerali) e per il fegato (arteria epatica, 20%).
Gli aneurismi viscerali sono comunque una patologia rara, con una incidenza nella popolazione generale compresa tra lo 0.1% e il 2%.


Cause

La formazione degli aneurismi arteriosi viscerali è ancora oggetto di studio, tuttavia sono stati individuati fattori di rischio come:

Arteriosclerosi

Traumi

Infezioni

Ipertensione arteriosa

Malattie del tessuto connettivo (sindrome di Marfan, sindrome di Ehlers-Danlos)

Malattie dei vasi (Kawasaki, displasia fibromuscolare)

Malattie genetiche (Osler-Weber-Rendu)

Ipertensione portale


La formazione di pseudoaneurismi è invece associata a traumi incidentali di tipo chiuso, penetranti, o iatrogeni.


Sintomi

Solitamente aneurismi viscerali sono ASINTOMATICI e vengono scoperti occasionalmente a seguito di altri accertamenti diagnostici (ecografie dell’addome o studi angio-TC o angio-RMN). Diventano SINTOMATICI con sintomi derivanti dal sanguinamento, come il dolore o lo shock emorragico, in seguito a rottura. Una parte minoritaria di pazienti può presentare sintomi anche senza rottura, solitamente malessere, dolore addominale vago, nausea o vomito.

La loro storia naturale non è ben definita, tuttavia è noto che il tasso di rottura di questi aneurismi aumenta in modo significativo quando il loro diametro supera i 2 cm (che di solito rappresenta il cut-off nell’indicazione al loro trattamento). Altri fattori di rischio per la rottura sono causa infettiva, sede diversa dalla arteria splenica, BPCO, donna in età fertile.

Gli aneurismi nel tempo si possono ingrandire e nel loro lume possono formarsi dei trombi. La rottura è la complicanza più grave; altre complicanze sono gli eventi tromboembolici ischemici e la compressione di strutture vicine.
La rottura degli aneurismi viscerali ha alti tassi di morbidità e mortalità.



Diagnosi

La diagnosi di un aneurisma viscerale non complicato avviene solitamente durante indagini eseguite per altri motivi, visto che la maggior parte dei casi è asintomatica. In particolare gli esami strumentali ai quali può essere riscontrato un aneurisma viscerale sono raramente la radiografia, più comunemente ecografia, TC, risonanza magnetica. Una volta riscontrata la presenza dell’aneurisma, il suo studio può essere completato con esame eco-color-doppler mirato , o esame tac o di risonanza magnetica mirato.


Eco-color-doppler


Risonanza magnetica


TAC


Ecografia

che determina la salute delle arterie


Trattamenti

Gli pseudo aneurismi viscerali sono sempre da trattare quando identificati indipendentemente dai sintomi.
L’indicazione al trattamento degli aneurismi viscerali si ha invece nei seguenti casi:

diametro > 2 cm

soggetti giovani soprattutto femmine in età fertile

aneurismi sintomatici

segni di espansione rapida

causa infettiva


L’introduzione e la sempre maggiore evoluzione delle tecniche mini-invasive di trattamento endovascolare imaging guidate giustifica, nella maggior parte dei casi, un primo tentativo di approccio terapeutico con tali metodiche, lasciando ad un secondo tempo (o a seconda scelta) la chirurgia tradizionale.

Radiologia Interventistica

Le tecniche mini-invasive di trattamento endovascolare in Radiologia Interventistica sono effettuate con anestesia locale ed eventuale sedazione, senza bisogno di anestesia generale, e permettono oggi di essere molto precisi e talvolta di preservare la regolare pervietà della arteria interessata. Questo è possibile con la tecnica del coiling o posizionando uno stent o entrambi. Il radiologo interventista entra nei vasi arteriosi del paziente con una puntura di un arteria al braccio o all’inguine, dopo aver effettuato anestesia locale, e utilizzando la guida delle immagini, grazie a un macchinario che emette raggi x che può girare intorno al lettino del paziente, arriva nel punto dell’aneurisma. Il coiling consiste nell’escludere l’aneurisma dalla circolazione sanguigna rilasciando al suo interno spirali, mentre lo stenting consiste nell’escludere l’aneurisma posiziondo uno stent coperto nel tratto di arteria che va da prima dell’inizio a dopo la fine dell’aneurisma.

Quando questo non risulti possibile) si può anche attuare la cosiddetta legatura endovascolare, che consiste nella emboilizzazione (chiusura) dell’arteria sia a monte che a valle dell’aneurisma; la chiusura totale del vaso è possibile e senza significative conseguenze in tutti i casi in cui esistano delle strade alternative per il sangue per arrivare all’organo in questione (vasi collaterali).

Chirurgia

Il trattamento chirurgico consiste generalmente nella messa a piatto della sacca e successiva ricostruzione della continuità arteriosa mediante by-pass. Esistono anche altre tecniche chirurgiche che vengono prese in considerazione in base al caso clinico specifico.

Embolizzazione di aneurisma splenico con tecnica sandwich (a monte e a valle, asterischi bianchi)

Posizionamento di stent per trattamento di aneurisma della arteria gastrica
Embolizzazione aneurisma renale



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