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Tendinopatia Calcifica

La tendinopatia calcifica è una patologia caratterizzata dalla presenza di depositi calcifici nel contesto del tessuto vitale tendineo.
Che cos’è la

Tendinopatia Calcifica

Il termine “tendinopatia calcifica” si riferisce ad una deposizione intratendinea di calcio, che può verificarsi in qualunque tendine del corpo umano; tra quelle che danno i maggiori disturbi clinici vi è quella che si verifica a carico dei tendini della “cuffia dei rotatori” della spalla.

La tendinopatia calcifica o tendinite calcifica, meglio nota come periatrite della spalla, è una patologia piuttosto comune che colpisce l’articolazione della spalla. Si manifesta all’improvviso con un dolore molto intenso senza che il paziente possa identificare una causa scatenante. Dipende da un accumulo eccessivo dei depositi di calcio nei tendini della cuffia dei rotatori della spalla, i quattro muscoli che rivestono l’articolazione in corrispondenza della testa dell’omero. Di questi il più colpito di solito è il sovraspinato. Nonostante provochi molto dolore non è una patologia preoccupante e in generale guarisce spontaneamente.




Cause

La causa esatta della tendinopatia calcifica è sconosciuta ma si pensa sia conseguente ad uno stato di sofferenza del tendine, con diminuzione dell’apporto di ossigeno e conseguente metaplasia calcifica (cioè formazione di depositi di calcio anzichè di cellule tendinee). Il processo di calcificazione dei tendini avviene solitamente in due stadi: durante il primo stadio avvengono dei cambiamenti cellulari a livello del tendine per cui si ha la formazione di cristalli di calcio. Durante il secondo stadio, che avviene in tempi diversi ed imprevedibili, la calcificazione si frammenta.

Chi soffre di tendinopatia calcifica potrebbe provare dolore alla spalla in entrambe le fasi ma solitamente la fase di riassorbimento è quella più dolorosa perchè tale processo causa un aumento di pressione all’interno della calcificazione e quindi a livello del tendine.




Sintomi

Si tratta di un processo dinamico costituito dal susseguirsi di 4 fasi:

La precalcifica

generalmente asintomatica;


La fase di formazione

caratterizzata da un dolore moderato che tende ad aumentare nelle ore di riposo notturno;


La fase di riassorbimento

che tipicamente è accompagnata da un dolore molto intenso, che limita il movimento dell’arto e non risponde agli antinfiammatori (FANS) somministrati per via orale;


La fase ricostituiva

(o post-calcifica), che segue alla rottura spontanea della calcificazione ed è associata alla graduale risoluzione del dolore.





Il processo completo ha la durata di diversi anni. Non è ancora completamente chiaro quale sia la causa di tale condizione, ma ad oggi la teoria più accreditata è che si associ ad una condizione di scarso movimento dell’arto; inoltre il fatto che sia più frequente nel sesso femminile fa supporre che sia legata anche a fattori ormonali.

Diagnosi

La diagnosi di tendinopatia è generalmente una diagnosi clinica ma il contributo dell’imaging è fondamentale sia per il corretto inquadramento della stessa, sia per escludere la presenza di patologie associate, ma anche come guida alle terapie percutanee minimamente invasive.


Trattamenti

Tra le terapie percutanee più diffuse ed efficaci:

il trattamento della tendinopatia calcifica con litoclasia

il trattamento delle tendinopatie inserzionali con scarificazione ed iniezione di gel piastrinico

l’iniezione di farmaci anti-infiammatori steroidei e di acido ialuronico nelle guaine tendinee di scorrimento


Tutte queste terapie possono essere eseguite con sicurezza ed estrema precisione grazie all’ausilio della guida ecografica, metodica a basso costo, efficace, priva di adiazioni ionizzanti, che consente di guidare l’ago con cui è eseguita la procedura monitorandolo costantemente in tempo reale

L’ecografia, abbinata alle tecniche colore power-Doppler ed all’elastosonografia, consente inoltre di dirigere selettivamente il trattamento verso le regioni tendinee mag- giormente degenerate e verso le zone di flogosi tissutale al fine di ottenere la maggiore efficacia terapeutica

Il trattamento con litoclasia è indicato nei casi caratterizzati da sintomatologia dolorosa e in particolare deve essere eseguito il più presto possibile nella fase di dolore acuto, poiché in questa fase la probabilità di risoluzione del dolore è superiore al 90%.

La “litoclasia” consiste in un vero e proprio lavaggio della calcificazione con soluzione fisiologica, iniettata all’interno della calcificazione tramite uno o due aghi (opportunamente inseriti sotto monitoraggio ecografico) e che letteralmente “scioglie” il calcio, in modo da poter essere drenato attraverso gli stessi aghi.

Viene solitamente accompagnata dalla infiltrazione intra-articolare di cortisone e/o anestetico (lidocaina), acido ialuronico.

Nelle settimane successive al trattamento è possibile lo sviluppo di processi infiammatori a carico della borsa subacromion-deltoidea o della capsula articolare gleno-omerale, che generalmente vengono trattate con un’iniezione intrabursale o intrarticolare di idrocortisone associato ad acido ialuronico a basso peso molecolare.

Talvolta, superata la fase acuta, è necessaria una fisioterapia mirata.



i 2 aghi posizionati sotto guida ecografica




le immagini ecografiche dimostrano la corretta posizione dell’ago


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